Leggenda di Benevento
/LE STREGHE
La leggenda delle streghe di Benevento risale al lontano VII secolo d.C. quando, all'epoca del duca Romualdo, i Longobardi adoravano una vipera d'oro e celebravano degli strani rituali intorno ad un albero di noce che, secondo la leggenda e, addirittura, le testimonianze di alcune streghe, era sempre verde e sorgeva in un luogo detto "ripa delle janare", lungo il fiume Sabato.
La leggenda nacque quando la credenza dell'esistenza delle streghe si fuse con gli echi dei misteriosi riti orgiastici del popolo Longobardo, che aveva fatto di Benevento la capitale del suo vasto ducato meridionale. Fedeli alle loro tradizioni i Longobardi praticavano, anche nella terra che li aveva accolti, il culto di Wothan (padre degli Dei).
Si riunivano, cos�, fuori dalle mura della citt�, intorno ad un albero sacro sul quale sospendevano una pelle di caprone che colpivano ripetutamente, tra una corsa e l'altra, con le frecce e mangiandone di volta in volta un pezzetto; ai beneventani, che guardavano atterriti e pavidi con occhi di cattolici, parvero subito riti demoniaci.
Nel 663 d.C., durante l'assedio dell'Imperatore d'Oriente Costante, il duca Romualdo, che stava per soccombere, accett� l'invito del Vescovo di Benevento, Barbato, ad abiurare alle pratiche idolatre per abbracciare la vera fede cristiana e ottenere la salvezza. In cambio di ci�, secondo le notizie storiche (o leggendarie) ad oggi conosciute, Dio permise al duca longobardo di conservare il suo regno e di sconfiggere i bizantini.
San Barbato fece, allora, sradicare l'albero di noce intorno al quale, sempre secondo la leggenda, i Longobardi tenevano le loro feste e, grazie alla collaborazione della duchessa Teodorada, proib� l'adorazione della vipera d'oro.
Il noce dei raduni longobardi, infestato di demoni, era stato sradicato dal santo vescovo; tuttavia, relazioni di dotti inquisitori e testimonianze rese da streghe facevano pensare che il mitico noce esistesse ancora o che addirittura fosse rinato, per virt� diabolica, nello stesso posto da cui era stato estirpato.
Quando, poi, i Longobardi accrebbero lo splendore di Benevento favorendo le lettere e le arti e successivamente ad alterne vicende, la citt� divenne "isola pontificia" nel Regno di Napoli, la leggenda continu� ad esistere sempre pi� ricca di motivi e di aspetti misteriosi.
Queste versioni della lontana leggenda beneventana sono state prospettate e narrate da diversi scrittori nel corso degli anni come, ad esempio, il protomedico sannita Pietro Piperno, autore del celebre libro "Della superstiziosa noce di Benevento", del 1639, rifacimento della versione latina "De nuce maga beneventana", il quale pi� volte si � prodigato per dimostrare l'infondatezza delle dicerie e credenze popolari che Benevento fosse "La citt� delle streghe"; egli stesso, per�, individu� in una piantina distante a circa due miglia dalla citt�, vicino la riva meridionale del fiume Sabato, nella propriet� del nobile Francesco di Gennaro, sia il simulacro della vipera longobarda, sia il noce.
Su questo luogo il patrizio beneventano Ottavio Bigotta fece porre un'iscrizione che ricordasse l'opera di san Barbato.
Nel 1749 Gerolamo Tartarotti parlava del volo notturno di alcune donne (streghe) come di un'illusione suggerita ad esse dal diavolo che le invitava a recarsi in volo al noce di Benevento (ma in realt� non si muovevano affatto da casa); San Bernardino da Siena dedic� grande attenzione, nelle sue prediche, alle donne che si occupavano di magia "�elli fu a Roma uno famiglio di uno cardinale, el quale andando a Benivento di notte, vidde in sur una aia ballare molta gente, donne�", cos� come Abele De Blasio raccontava della conservazione presso la Curia Arcivescovile, di circa 200 verbali di processi per stregoneria (tra questi quelli di: Mariana di San Sisto - accusata di aver ridotto in fin di vita due fanciulli; Bellezza Orsini - accusata di malefici e venefici -; Fausta Orsini - accusata di aver stregato dei bambini per poi ucciderli con i suoi farmaci -: i processi si tennero al Santo Uffizio di Roma nel XVI secolo e durante gli interrogatori saltarono fuori il nome di Benevento e le danze sotto il noce).
Numerosi altri episodi e scritti confermano l'esistenza di una leggenda vecchia "duemila anni" che ha fatto di Benevento, al contrario di quanto accaduto per altre citt� note quali sedi di malefici e mostruosi processi, la fonte di ispirazione, nel corso dei secoli, di poeti ed artisti, proprio grazie al vantato primato di una leggenda suggestiva.
http://www.beneventocity.com/default.asp